Francesco Arena, David Horvitz e Diego Marcon sono i vincitori della IV edizione del Premio Henraux. La giuria ha inoltre riconosciuto una menzione speciale al collettivo Anto.Milotta — Zlatolin Donchev.

  • Francesco Arena, <i>Metro cubo di marmo con metro lineare di cenere</i>, 2018
    Francesco Arena, Metro cubo di marmo con metro lineare di cenere, 2018
  • Francesco Arena
    Francesco Arena

Il Premio Henraux é un progetto ambizioso e articolato, rivolto allo sviluppo della ricerca attorno alle potenzialità del marmo. Le proprietà di questa materia non sono solo legate alla scultura in senso tradizionale ma ad ambiti di pensiero e di creazione innovativi. In un contesto tecnologico e artigianale unico, gli artisti selezionati per la quarta edizione hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con una realtà produttiva che coniuga cultura digitale e maestranze secolari.

La giuria, composta da Ilaria Bonacossa, direttrice di Artissima, Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi, Roberta Tenconi, curatrice alla Fondazione Pirelli HangarBicocca, Andrea Viliani, direttore del Madre, museo d’arte contemporanea Donnaregina ed Edoardo Bonaspetti, ha premiato Francesco Arena, David Horvitz e Diego Marcon, insieme al collettivo Anto.Milotta — Zlatolin Donchev a cui è stata riconosciuta una menzione speciale.

  • David Horvitz
    David Horvitz
  • David Horvitz, <i>A Mountain / A Sea</i>, 2018
    David Horvitz, A Mountain / A Sea, 2018

Gli artisti hanno partecipato a tutte le fasi della lavorazione che ha trasformato la materia prima nel prodotto finito. In un processo di contaminazione per tutta l'azienda, gli artisti hanno testato applicazioni e linguaggi espressivi in dialogo tra discipline diverse, arricchendo competenze e modelli. Arena, con Metro cubo di marmo con metro lineare di cenere, accede a una nuova dimensione esistenziale tra temporalità geologica e umana, sintetizzando la solidità della pietra e la transitorietà del respiro. Tempo e spazio sono anche le variabili attraverso cui Horvitz affronta l’impermanenza dell’esistenza. L’artista ha ridotto in frammenti un blocco di marmo che il pubblico può portar via con sé. La scultura non scomparirà ma verrà dispersa, destinandola alla transitorietà dell’immaginazione e della memoria, come la storia di un soldato americano giapponese della seconda guerra mondiale che Horvitz riattiva attraverso due fotografie che lo commemorano a Los Angeles e a Pietrasanta.

  • Diego Marcon, <i>Ludwig</i>, 2018
    Diego Marcon, Ludwig, 2018

Il piano sentimentale e l’archetipo del fanciullo sono invece i registri in cui si muove la più recente ricerca di Diego Marcon. Ludwig è la materializzazione marmorea di un bambino realizzato da un modello 3D, un piccolo monumento alla vulnerabilità e alle ambivalenze della vita. Un riconoscimento speciale è poi andato al lavoro del duo Anto.Milotta — Zlatolin Donchev che hanno affrontato il complesso rapporto tra uomo e natura; un progetto nato dall’osservazione morfologica del territorio e da riflessioni sui processi che ne definiscono il paesaggio.

  • Anto.Milotta — Zlatolin Donchev, <i>Libro di vetta</i>, 2018
    Anto.Milotta — Zlatolin Donchev, Libro di vetta, 2018